Quando una scrittrice nata e cresciuta in Sicilia viene invitata a presentare il proprio libro agli alunni di una scuola siciliana e, al suo arrivo, viene accolta sulle note di “Vitti ‘na crozza”, è in quel momento che viene fuori tutta la sicilianità autentica, quella bella, quella raccontata da Camilleri ne Il ladro di merendine: “Quella era l’amicizia siciliana, la vera, che si basa sul non detto, sull’intuìto: uno a un amico non ha bisogno di domandare, è l’altro che autonomamente capisce e agisce di consequenzia”…
Come il più fedele degli amici siciliani, Catena Fiorello è stata capace di restituire immediatamente ai suoi interlocutori la bellezza dell’accoglienza ricevuta, regalando ai ragazzi ed ai presenti una versione toccantissima di E vui durmiti ancora.